(AD it. Magazine-mar 2019)
Il progetto “outINTIME il presente non esiste”, di Susy Cagliero mostra una visione proiettata verso il futuro; L’artista da sempre ossessionata dal tempo ne ha fatto uno sprone ad una ricerca continua per riuscire a rendere l’idea di futuro con i suoi scatti. Non è facile. La fotografia è da sempre considerata il modo per congelare il presente (o meglio il passato) in un’immagine. Invece l’artista vorrebbe che le persone guardando una sua opera potessero pensare immediatamente al futuro. (photographer.it – recensione al Miaphotofair 2019)
(10 fotografie scelte al MIAPHOTOFAIR dalla rivista ILFOTOGRAFO N.312)
http://www.photographers.it/articolo/mia-photo-fair-2019-la-riscossa-dell-arte–2540.html
(le scelte di PHOTOGRAPHERS.it al MIAPHOTOFAIR2019)
(Biancoscuro – rivista d’arte marzo2019)
(nessunopress- recensione intervista al MIA 2019)
“outINTIME il presente non esiste”
In questo progetto l’artista fotografa Susy Cagliero intende portare il visitatore, attraverso la sua fotografia, a riflettere sul concetto del “Tempo”. Viviamo nel mezzo temporale tra passato e futuro. Siamo sempre in un tempo che è già stato ma proiettati verso il momento che verrà.
L’essenza della realtà varia continuamente. L’attimo è inafferrabile. Il presente non è uno stato che possiamo vivere realmente. La sua fotografia mossa e le successive elaborazioni digitali, accentuano la sensazione dell’attimo fuggente, per rompere la convenzione che “lo scatto fotografico congela il presente”.
Essendo un progetto in divenire, che appartiene strettamente alla sua vita di fotografa, outINTIME affronta il tema del tempo in rapporto con la natura, con i posti vissuti e con gli spazi espositivi dell’arte; poi l’uomo, stilizzato, essenziale, mosso, ma sempre con un ruolo fondamentale nel significato dell’immagine. (MIAPHOTOFAIR 2019 – sito ufficiale)
Susy Cagliero, la photographie comme outil pictural d’un univers poétique mais aussi distance. (Unique Gallery per START- Strasburgo-F)
(lensculture congratulation – 2017)
(TORINO MAGAZINE Autunno 2016)
Susy Cagliero, artista e architetto torinese, dipinge con la macchina fotografica. Gli scatti “Out in time” realizzati con la tecnica del “mosso in camera” ricordano i tratti pittorici delle sue tele ed esaltano la sensazione dell’attimo fuggente. (the mammoth’s reflex – nov 2016)
Susy Cagliero, architetto-artista torinese ama cogliere sensazioni tramite le sue fotografie. Le piace raccontare sensazioni e vissuti mentali, le sue immagini non sono mai oggettive. Usa quindi la tecnica del mosso creativo, come fosse un impressionismo fotografico che mette a fuoco le emozioni, spesso le sue linee mosse fotografiche ci riportano ai tratti pittorici delle sue tele. (Legart- Novara – nov 2016)
(TORINO MAGAZINE – Primavera 2016)
Mossi, sfocati, evanescenti: i suoi scatti ipnotizzano l’osservatore e scatenano le più diverse emozioni. Dalla sensazione caotica e claustrofobica che trasmette un vagone della metropolitana, al profondo senso di solitudine e annichilimento di un paesaggio desolato, tematica questa particolarmente cara all’artista. Le sue foto interpretano quello che Susy Cagliero definisce “Impressionismo fotografico”, fortemente influenzato dalla sua iniziale passione per la pittura. Il mosso nasce direttamente in camera e dà vita a scatti che sembrano dipinti impressionisti. Nebulosi paesaggi urbani che virano talvolta all’astratto. (Arte Blog- Milano-IT – mar2016)
La pittura di Susy Cagliero soltanto apparentemente non è abitata dall’uomo.
Osservandola si è colti da un senso di straniamento che rievoca, ma soltanto in parte le immagini di Eugène Atget, il primo artista del Novecento a ritrarre le vie di Parigi deserte lasciando trasparire un senso di inquietante desolazione abilmente descritta dal filosofo Walter Benjamin.
Emergono paesaggi urbani in cui albergano sensazioni di déjà vu, rimandi continui ed immediati che rimbalzano infinitesimali tra passato presente e futuro.
Saette istantanee, flash back che illuminano la coscienza, emergendo dalle vibrazioni dei quadri, catapultando l’osservatore in una scenografia già vista. L’ausilio di reti sovrapposte crea uno straordinario effetto surreale che è al contempo in grado di suggellare un incontro con il vero.
Il degrado ambientale e la barbarie dell’uomo coabitano questi paesaggi urbani nostalgici e suggestivi. Come la stessa artista sottolinea: «si tratta di luoghi comuni che non sono reali ma esistono in una sorta d’introspezione, dove ognuno di noi trova “immagini immaginate”, vissute con la mente». In un certo senso si potrebbe affermare che la capacità umana di “vedere prima”, troppo spesso sopita e ignorata, può consentire di esperire in anticipo sensazioni drammatiche, forti in grado di preannunciare eventi disastrosi e di permettere all’uomo lungimirante di evitarne il verificarsi. Ascoltare le parole dell’artista «siamo sempre in un tempo che è già stato …» e immedesimarci nelle sue pennellate, ci consente, in un certo senso, di entrare in empatia con l’uomo e la sua storia.
Non è possibile descrivere appieno la tecnica unica ed inusuale di Susy Cagliero, che implica l’immergersi, il fondersi, l’integrarsi nell’essenza dell’opera.
Infatti la struttura architettonica delle reti su cui viene intessuta la pittura in acrilico restituisce allo sguardo un fine cromatismo da cui si stagliano effusioni luminose che si stemperano in opache traslucenze.
Questa compenetrazione tra il visivo e il tridimensionale è davvero autentica, e potrebbe essere definita “archeopittura visuospaziale”, in questo frangente legata all’ambiente urbano.
Interessanti altresì i lavori in cui compaiono incastonati sul supporto placche di segnali e prescrizioni, che nella maggior parte dei casi sono vere e proprie targhe segnaletiche prelevate dai contesti reali, quali, ad esempio, fabbriche in disuso.
Per l’artista queste cartellonistiche rappresentano degli ordini di comportamento che non vietano qualcosa, bensì impongono una rigida disciplina della vita. Comandi, direttive la cui derivante accettazione significherebbe imbavagliare la natura dell’uomo o auto-imbrigliarsi.
Nell’arte di Susy Cagliero, inizialmente, si percepisce un senso di smarrimento solo apparentemente destabilizzante; in realtà questa sensazione è la traccia, appunto, per ritrovarsi. (Testo critico di Paola Simona Tesio per catalogo del Premio “Dono dell’Umanità” Milano-dic2012)
Vedere rappresentata una città, una “nostra” città, dove ognuno di noi può sicuramente riconoscersi, dipinta su una sovrapposizione di reti, restituisce all’osservatore un’ immagine tridimensionale che dà una sensazione di profondità non solo spaziale ma anche temporale. La sensazione è di smarrimento. E’ una città del presente che un po’ ci impaurisce, ci ridimensiona, ci fa sentire sovrastati, ma nello stesso tempo ci rassicura perché è il mondo o la società che viviamo e che conosciamo. (critic-one – exibart – marzo2012)
Nelle sue opere l’artista Susy Cagliero utilizza materiali alternativi e di riciclo: sacchetti di plastica, polietilene, nylon, resine e paglie di ferro che si riplasmano, quindi, in simboli della natura.
Nei suoi quadri è come se la natura si nutrisse di questi elementi tossici e li assimilasse, quasi fossero un nuovo humus e una nuova fonte di energia vitale.Le sue opere, o meglio le sue “Pitto-Sculture”, sono, in sintesi il frutto di pensieri e riflessioni riguardanti la Natura, l’Uomo, l’Ecologia.
La consapevolezza che il mondo nel quale viviamo è segnato dall’inquinamento diventa una riflessione chiave per analizzare l’ultima evoluzione della sua arte; la natura adeguandosi al soffocamento provocato dai danni ambientali si modifica per sopravvivere e trova una nuova forza per non soccombere.
In un prossimo futuro la natura dovrà per forza convivere con l’inquinamento e riuscirà persino a nutrirsi di esso per trarne addirittura energia e fonte di crescita.
Una mostra che diventa “uno sguardo sulla natura. (Cinzia Tesio – Critico d´Arte – aprile 2010)
“Susy Cagliero scandaglia l´intimo delle cose nel raffigurarle in uno spazio stratificato in piani pittorici.” (Francesca Gianna – giornalista per Italia Sera – marzo 2010)
La natura ci regala spesso spettacoli emozionanti.. per poterli fissare in una buona opera d’arte, come in una bella fotografia, bisogna prima saperli cogliere coi nostri occhi emozionati.. (Susy Cagliero – febbraio2010)
“Susy Cagliero è architetto, ma soprattutto creatrice di forme e di stile. Da anni è impegnata nel settore dell´arredamento e dell´accessorio moda, attività che ha svolto con rigorosa passione e gusto per l´eleganza. Da qualche tempo si dedica con successo alla pittura, realizzando lavori di intenso lirismo,musicali e simbolici. Nell´opera presentata la natura viene antropoformizzata e in un gioco di metafore l´acqua diventa vita, diventa essere umano che nasce dalla terra. Un senso di misticismo e di universalità pervade tutto il dipinto, condotto con sicurezza e gusto. Susy Cagliero è artista di tecnica misurata e incisiva e ha presentato i suoi lavori in numerose esposizioni nazionali e internazionali.” (Guido Folco – Critico e Editore d´arte – marzo 2009)
“Il tema più affrontato nei lavori di Susy Cagliero è quello della natura e dell´uomo, strettamente uniti e allo stesso tempo così in contrasto. la natura è però più forte e con il suo istinto alla sopravvivenza vince l´uomo, o lo vincerà, riuscendo a salvarsi o a salvare l´uomo stesso dalla sua distruzione. Artista Italiana, vive e lavora a Torino. Affronta in questa fase pittorica, definita “Riflessioni Naturali”, il tema della forza della Natura. Una Natura trasfigurata e rivista in rappresentazioni immaginarie.Una pitttura materica, una pittoscultura che che affiora dalla tela e che trasmette un senso di realtà a scenari che invece paiono immaginari. Queste visioni irreali raffigurano il suo modo di vedere l’Ambiente.La sua è una pittura materica, che affiora dalla tela e che trasmette un senso di realtà a scenari che invece paiono immaginari. Queste visioni irreali raffigurano il suo modo di vedere l’Ambiente e la natura che vince sull´uomo e sull´inquinamento.” (Elisa Bergamino – critico d´arte per Italia Arte – luglio 2009)
L´arte di Susy Cagliero è ricca di simbologia e metafore legate alla vita e alla morte, all´inizio e alla fine dell´universo. La sua tecnica, corposa, potente, materica, gestuale, rende ogni sua opera una metamorfosi salvifica. (Elisa Bergamino – critico d´arte per Italia Arte – giugno 2009)